Intervista a Luigi Galdabini
Presidente di AITA

Siamo alle soglie del decimo anno di attività di AITA-ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNOLOGIE ADDITIVE. Dal suo punto di vista, come è cambiato il settore in questo tempo?

Quando nel 2014, dal lungo lavoro di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE nacque lo spin-off AITA, il tema delle tecnologie additive era in pieno effetto “hype”. Le aspettative, in molti casi figlie della scarsa conoscenza del tema, erano molto più alte delle reali potenzialità. Oggi il comparto ha una struttura abbastanza definita a livello mondiale e italiano. In quest’ultimo contesto con orgoglio posso dire che anche AITA ha fatto la sua parte. Ma è anche vero che in dieci anni tutto è cambiato: molti processi industriali prima svolti con le tradizionali tecnologie ora sono appannaggio dell’additive manufacturing. Altro che “tecnologia per la prototipazione”, appellativo che per i primi anni è stato “affibbiato” a questo comparto da chi lo osservava con un misto di preoccupazione e diffidenza.
Grazie all’incremento del numero di materiali utilizzabili per la stampa 3D; all’introduzione di stampanti di grandi dimensioni per l’edilizia e l’industria; al bioprinting; all’integrazione di tecnologie avanzate come l’AI e la robotica; e all’implementazione di standard che migliorano l’interoperabilità tra diverse piattaforme, il settore si sta sviluppando anche in campi di applicazione prima impensabili.

Che impatto avranno le tematiche legate alla sostenibilità sul futuro del settore?

Tecnologie additive e sostenibilità per forza di cose si sostengono a vicenda. La stampa 3D consente la produzione di componenti complessi senza la necessità di assemblare parti diverse e sfruttando solo la quantità di materiale realmente necessaria per creare un oggetto e questo riduce molto gli scarti. Non va poi sottovalutato lo sviluppo di materiali biodegradabili e riciclabili per la stampa 3D che è in continuo divenire, e nemmeno l’impatto dell’additive sulla logistica del mondo industriale e quindi anche qui sull’inquinamento dell’ambiente. Infatti, la stampa 3D permetta di avvicinare la produzione al luogo di utilizzo.

Crede che il settore sia arrivato al massimo della capacità produttiva o ci saranno altri sviluppi?

Credo che ciò che stiamo osservano sia la “punta dell’iceberg” rispetto a quello che accadrà il prossimo decennio. A conferma di ciò mi preme citare due studi: il primo, realizzato dall’Epo (l’Ufficio Europeo dei brevetti), rivela che, nell’ultimo decennio, le domande di brevetto di soluzioni additive manufacturing hanno registrato un aumento medio annuo di circa il 30%, al punto che il totale delle richieste risulta sei volte superiore a quello relativo agli altri settori di alta tecnologia. Il secondo studio, realizzato da Oxford Economics, mostra come il settore dell’additivo, a livello mondiale, abbia triplicato il suo giro d’affari tra il 2016 e il 2022, passando da circa 6 a 18 miliardi di dollari. Un business che vede Stati Uniti e Europa fare la parte del leone e l’Italia essere stabilmente tra i mercati più importanti con uno share del 4,7% del volume totale, alle spalle solo di USA, Germania e Cina.
E stiamo comunque parlando di un volume economico non ancora precisissimo perché i codici doganali specifici per il comparto sono stati varati solo nel 2022 grazie al lavoro svolto da CECIMO con il contributo di AITA. Questi codici permetteranno, non appena si avrà uno storico sufficiente, di descrivere quantitativamente e a livello mondiale il commercio, sulla falsa riga di quanto già avviene da decenni per le macchine utensili
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oggi il materiale non rappresenta più un vincolo. Sono le applicazioni e le performance a determinare la scelta dell’impiego di metalli, polimeri o compositi… L’appuntamento con piùAdditive offrirà opportunità di confronto e business ai player del settore che esporranno nell’area 

Quali sono i legami tra le tecnologie additive, le macchine utensili e gli altri settori manifatturieri?

Alla sua nascita AITA aveva adottato come slogan quello di “macchine utensili del terzo tipo” anche per il fatto di essere una diretta emanazione di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE e per sottolineare le applicazioni dell’additivo per metalli, contigue a quelle delle macchine utensili tradizionali.
Oggi, però, il materiale non rappresenta un vincolo per progettisti e utilizzatori. Sono le applicazioni, le performance e le opzioni di costo a indirizzare la scelta nell’impiego di metalli, polimeri o compositi, tutti materiali che l’additivo può gestire con successo e, frequentemente, mettere in competizione fra loro. Per esempio, un composito può svolgere con successo un compito prima esclusivo di un metallo, oppure un metallo costoso – ma ad alte prestazioni – può, grazie al noto concetto “complexity is free”, andare a sostituire un altro più economico ma che, con i processi tradizionali, deve essere utilizzato in quantità maggiori.
A metalli e polimeri si affianca, poi, tutta una serie di altri materiali che spaziano dai metalli preziosi, alle cere e terre di fonderia, alla ceramica e al cemento, grazie al quale, presumibilmente, queste tecnologie reciteranno un ruolo di primo piano anche in un settore molto “conservativo” come quello dell’edilizia
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AITA patrocina piùAdditive, l’area espositiva organizzata da BI-MU che torna dopo il successo della passata edizione. Cosa vi aspettate nel 2024 e cosa proponete alla luce di quanto sin qui detto? 

La grande tradizione manifatturiera italiana, i dati economici menzionati poco, il fatto che l’Italia sia in Top 10 per il numero di depositi di brevetto in materia mentre si conferma seconda in EU per installazioni industriali…sono indizi, questi, che fanno del nostro paese un mercato ad altissimo potenziale per lo sviluppo dell’additive manufacturing. E sebbene il mercato sia ancora in fase di maturazione, quello su cui tutti concordano è l’importanza della ricerca e dello sviluppo continuo e quindi del confronto tra tutti i player in gioco. Il che ci fa ben sperare in vista del rinnovato appuntamento con piùAdditive, l’area patrocinata da AITA nell’ambito di 34.BI-MU – biennale della macchina utensile, robotica, automazione, digital e additive manufacturing, in programma a fieramilano Rho, dal 9 al 12 ottobre 2024.

Quali sono le iniziative firmate da AITA in programma alla prossima BI-MU? 

Sempre nell’ambito di piùAdditive, AITA sarà presente con un proprio stand e curerà direttamente gli esempi applicativi esposti vetrina; il calendario degli speech curati dagli organizzatori e da aziende, università, centri di ricerca e progetti europei; la tavola rotonda “Women in 3D printing” che si ripete dopo il grande successo del 2022, la presentazione del prototipo di Dynamis PRC, la nuova vettura a guida autonoma del reparto corse del Politecnico di Milano che compete nel campionato internazionale di Formula SAE.
Tutto ciò renderà ancora più attrattivo per gli operatori del settore l’appuntamento con BI-MU e con piùAdditive che offrirà interessantissime opportunità di business ai player del settore che esporranno nella sua area, abbinando alla dimensione espositiva quella di networking e approfondimento culturale.


Intervista rilasciata nel mese di dicembre 2023.